INTERVISTA A GABRIELE PODAVINI
AT: Alessandro Tosi (Consigliere Lazio Club Milano) – GP: Gabriele Podavini
(AT) Ciao “Poda”, tu hai avuto l’apice della carriera negli anni 80. Secondo te, da un punto di vista tecnico e tattico, tralasciando gli aspetti economici e televisivi, in cosa si differenzia maggiormente il calcio di allora da quello di oggi?
(GP) In quegli anni c’era amicizia e si giocava con il cuore. Parlavamo tutti la stessa lingua perché remavamo tutti dalla stessa parte. Il calcio di allora si chiamava “ gioco del calcio” ora spesso sono “ calci al pallone”
(AT) Per noi tifosi della Lazio, nel cuore hanno un posto predominante tre formazioni: Quella dello scudetto del 74, quella dello scudetto del 2000 e quella del -9 di cui tu hai fatto parte. Ci racconti lo spirito che animava quella squadra?
(GP) Eravamo un gruppo affiatato. Fascetti dopo la sentenza di condanna ci chiamò in mezzo al campo e molto onestamente ci disse che chi non se la sentiva sarebbe potuto andare senza problemi e senza rancore. Rimanemmo tutti. Abbiamo abbassato la testa e ci siamo rimessi ad allenarci ancora con più grinta e convinzione. Alla fine abbiamo fatto solo il nostro dovere, ma sono consapevole che questa nostra impresa è rimasta nel cuore dei tifosi.
(AT) Cominciamo a fare dei nomi. Tu hai giocato con e contro campioni di livello assoluto. Ci dici chi è il compagno di squadra e l’avversario che ti hanno più impressionato e che ritieni più forti?
(GP) Ho giocato veramente con grandi giocatori, ti cito Bruno Giordano che è stato uno degli attaccanti più forti della storia italiana. Ma in assoluto il più forte con cui abbia mai giocato è Michelino (Micheal Laudrup) . Un giocatore fantastico, imprendibile quando partiva palla al piede, gli ho visto fare giocate che non ho mai visto fare a nessuno. In allenamento faceva cose pazzesche, però in partita, quando giocava con noi era poco più che un ragazzino, aveva paura di prendere i calci e quindi entrava in area avversaria meno di quanto avrebbe potuto fare proprio per evitare botte. L’avversario più forte è facile da individuare, è stato il numero uno in assoluto, è Maradona… però nella mia carriera ho marcato anche altri grandi campionissimi che hanno fatto la storia del calcio come Platini, Causio e Conti solo per nominarne alcuni.
(AT) Tra le pagine più folcloristiche della storia della Lazio c’è anche la seconda tragica esperienza di Juan Carlos Lorenzo sulla nostra panchina nella stagione 84/85. Tu che di quella squadra hai fatto parte, ci racconti un paio di aneddoti?
(GP) Quella di Lorenzo è stata una pagina molto triste della nostra storia. Fu un errore di Chinaglia a volerlo riportare in panchina. Era un allenatore rimasto indietro di 50 anni e l’esperienza con noi fu un vero dramma. Aneddoti? Ci si potrebbe scrivere un libro intero tanti sono gli episodi folli che ci hanno visto protagonisti con questo personaggio. Forse la più eclatante è quella che riguarda Daniele Filisetti. La settimana in cui avremmo dovuto incontrare la Sampdoria Filisetti sarebbe stato in marcatura sull’inglese Trevor Francis. Lorenzo andò a vedere su un vecchio almanacco i pesi e le altezze dei giocatori e quando scoprì che Francis pesava 72 chili e Filisetti 79 decise che entro la domenica avrebbe dovuto perdere almeno 5 chili per poterlo marcare in modo corretto. Lo sottopose ad una dieta rigidissima, Filisetti perse un po’ di chili, ma la domenica in campo era senza forze, non si reggeva in piedi e fece una figuraccia. Una altra domenica invece si giocava a Firenze contro la Fiorentina e si arrivò a Montecatini in albergo il pomeriggio precedente. Ci fece mettere subito in tuta e ci obbligò a fare una seduta di allenamento nel giardino dell’albergo. Però aveva appena piovuto e di fatto lo distruggemmo completamente rischiando di essere cacciati dal direttore dell’Albergo furibondo per il danno che avevamo causato. Una volta prima di un derby all’ingresso in campo corse verso la porta della Roma spargendo a terra del sale e recitando preghiere ed esortazioni come rito scaramantico. Insomma una vera e propria macchietta, un personaggio unico ma completamente folle.
(AT) Veniamo ai giorni nostri. C è qualche giocatore che per un motivo o per l'altro quando lo vedi giocare ti ricorda il Gabriele Podavini dei tempi migliori?
(GP) Il giocatore che guardo con particolare interesse e Manuel Lazzari, perché è della Lazio e perché gioca nel ruolo in cui giocavo io. Lui ha tanta corsa, tanta vitalità ma gli manca qualcosa. Se potessi gli regalerei il mio piede destro perché quando arriva in fondo poi i cross non sono tanto precisi. Io quando ci arrivavo forse sbagliavo un po’ meno.
(AT) Concludiamo con una previsione per quest’anno. Non ti chiedo chi vincerà lo scudetto visto il distacco abissale dell’Inter sulle inseguitrici. Ma ci dici secondo te chi si qualificherà per la Champions, chi saranno le 3 squadre a scendere in B e dove potrà posizionarsi la nostra Lazio?
(GP) Lo scudetto è ormai assegnato e in effetti l’Inter potrebbe perderlo solo suicidandosi. Per la Champions, Milan e Juve sono quasi al sicuro e per il quarto posto prevedo una bella lotta tra Bologna, Atalanta, Napoli e ahimè la Roma ( quanto mi dispiace)…. Per la retrocessione la Salernitana è spacciata e non la salverebbe neanche un miracolo, la lotta è serrata per le altre due posizioni. Vedo peggio Sassuolo e Frosinone, ma anche Lecce, Verona, Udinese, Empoli e Cagliari rischiano. Per la Lazio pur toppo la vedo male. Mai come quest’anno sono deluso, spero che alla fine un posticino in Europa possa acciuffarlo. Comunque FORZA LAZIO SEMPRE. Ci si vede. A presto.