INTERVISTA A SILVANO MARTINA
AT: Alessandro Tosi (Consigliere Lazio Club Milano) – SM: Silvano Martina
(AT) Ciao Silvano, la tua presenza in biancoceleste si limita a due sole stagioni, ma estremamente significative. Quella della risalita in serie A e l’undicesimo posto con una salvezza tranquilla l’anno successivo. Dal punto di vista dell’ambiente Lazio, che atmosfera si respirava in quegli anni?
(SM) Quegli erano gli anni di una Lazio “povera” ma con tanta voglia di fare bene e con un allenatore specialista in promozioni (Fascetti). La Lazio veniva dalla mitica stagione del -9 e l’anno successivo con pochi cambi, ma prendendo gente di categoria con voglia di lottare, nonostante non si fosse partiti con il favore del pronostico, siamo riusciti nell’impresa della promozione. La partita epica che ci ha dato la serie A è stato lo scontro diretto con il Catanzaro pareggiato per 1 a 1 al 90esimo. Un’annata fantastica con lo stadio sempre pieno e tanto calore della gente nei nostri confronti. L’anno successivo in serie A l’obiettivo da neopromossa era la salvezza, che abbiamo conquistato abbastanza tranquillamente.
(AT) Terminata la carriera professionistica sei rimasto nel Calcio come procuratore, come è avvenuto questo passaggio? Era un qualcosa che avevi maturato da tempo o le circostanze ti hanno portato ad intraprendere questa professione?
(SM) Non avevo ricevuto nessuna proposta in tal senso. Una sera da solo in macchina verso mezzanotte ho iniziato a pensare a cosa fare dopo (mancava qualche mese alla fine della mia ultima stagione) e mi sono detto, ma perché non provare a fare il procuratore? Lo fanno in tanti, ci posso provare anche io. Devo dire che è andata molto bene e sono contento di questa scelta.
(AT) I tuoi ricordi più significativi immagino che oltre alla Lazio saranno legati a Genoa e Torino. Tre ambienti caldi e tre tifoserie passionali, hai qualche aneddoto da raccontarci sul rapporto squadra/tifoseria?
(SM) Sono state sicuramente le tre squadre più importanti della mia carriera. Al Genoa ho trascorso più stagioni e ho avuto le maggiori soddisfazioni da calciatore. Poi c’è stato il trasferimento al Torino, in una squadra molto forte. Quell’anno siamo arrivati secondi dietro al Verona solo perché ci è mancata un po’ di convinzione. Sono ancora convinto che quel Toro fosse più forte dei gialloblu. Sono stato il primo calciatore che ha usufruito della legge Bosman. La Roma quell’anno con il loro DS si era interessata a me proponendomi di sostituire Tancredi in procinto di partire. Ma quando la settimana successiva è arrivato il Torino ho scelto questi ultimi anche per il tipo di tifoseria. E Poi la nostra Lazio.
(AT) Negli anni il ruolo del portiere si è molto trasformato. Ci dai un tuo parere in merito?
(SM) Sicuramente il ruolo è cambiato. Oggi in certe situazioni non puoi prendere la palla con le mani. Devi avere delle letture di gioco che ai miei tempi erano un po’ diverse, oltre al fatto che oggi è impensabile che un portiere possa giocare senza guanti. Cosa che allora era piuttosto normale. Però non scordiamoci che alla fine il portiere deve parare e questa è la cosa fondamentale, per tutto il resto ci si adatta.
(AT) Ora ti chiedo di farmi dei nomi. Il tuo personalissimo podio dei numeri 1 “All Time” e secondo te anche i tre migliori portieri della storia della Lazio.
(SM) Nella mia personalissima classifica al primo posto metto due italiani. Buffon e Zoff, al terzo posto pari merito dico l’inglese Gordon Banks e il tedesco Sepp Maier. Per quanto riguarda la Lazio Bob Lovati che oltre ad essere un gran portiere era una splendida persona e a completare il podio Gianluca Marchegiani e Felice Pulici protagonisti dei due scudetti biancocelesti.
(AT) Veniamo ai giorni nostri. Come giudichi Provedel e Mandas? Per un portiere competizione interna e alternanza sono un bene o alla lunga possono togliere delle certezze?
(SM) Per me Provedel è fortissimo, attualmente uno dei primi 3 portieri in Italia, il greco lo conosco meno anche se quando è stato chiamato in causa ha sempre fatto molto bene. La certezza è che la Lazio nel ruolo è messa molto bene.
(AT) Quest’anno siamo partiti bene nonostante lo scetticismo generale, cosa ne pensi di questa squadra e dove potrà arrivare secondo te?
(SM) A parte l’era Cragnotti in cui la Lazio è stata probabilmente il Club più forte d Europa, bisogna dire che in questi anni con Lotito la Lazio si è assestata su buoni livelli. Forte e competitiva e in grado di giocarsela con tutti. Magari non per vincere lo scudetto, ma per un piazzamento in Uefa sempre. Io non vivo a Roma e quindi sono un po’ lontano dagli umori della piazza. So che il Presidente non è molto amato da una parte della tifoseria, ma personalmente penso sia un uomo in gamba che sa il fatto suo e i risultati gli danno ragione. Credo che finché ci sarà questa dirigenza la Lazio continuerà ad essere competitiva.
Grazie Silvano e a presto.